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Archive for agosto 2010

Sherlock

Era il 25 luglio, ed eravamo di ritorno all’Imperial College da Trafalgar Square, avevamo preso il double bus, e al secondo piano ci godevamo la vista di Londra. Era nuvoloso, era il tramonto. Era perfetto. Ed erano le 9 e 05 quando raggiungemmo la reception, ci lanciammo sui divani, cambiammo canale al mega schermo della sala, e alziammo il volume su BBC One.

La prima cosa che vidi fu John Watson che parlava con la sua psicanalista. E 5 minuti dopo vidi lui, Sherlock, e fu amore a prima vista.

Read if convenient. If inconvenient, read anyway!

Sherlock era una serie che aspettavo praticamente da quando era finito il Doctor Who. Perché? Ma perché uno dei creatori era Steven Moffat, head writer del Doc per l’appunto, un genio per la precisione. Quindi potete forse immaginare la mia gioia quando realizzai che per il giorno della sua prima messa in onda io sarei stata a Londra, e l’avrei potuto vedere in diretta! Ancora adesso, se ci ripenso, mi si riempie il cuore… ♥
Capivo una frase o una parola ogni mille, ma non aveva importanza: ero felice. Mi bastava vedere la regia, la fotografia, sentire la musica, sapevo che una volta visto in italiano mi avrebbe conquistata perdutamente. E così è stato.

Credo di aver visto raramente storie del piccolo schermo così brillanti, così ben fatte, così perfette. E i personaggi sono tutti curati, dal più insignificante sino al più importante. E il più importante, ovviamente, è Sherlock, e io lo adoro. Sin dalla sua prima scena, dove frusta un cadavere per osservare il formarsi di abrasioni post mortem, è amore. Davvero, se non vi innamorate del suo personaggio al primo sguardo, vuol dire che avete visto l’attore nei panni del pervertito/pedofilo in Espiazione che c’è qualcosa che non va in voi! 😛

In ogni caso, il primo episodio, ripeto, è una delle cose più belle che abbia mai visto. È come salire in giostra, godere di tutte le meraviglie, e prima che tu te ne renda conto, il giro è già finito. Perché se è vero che la puntata dura 1 ora e mezza, nella realtà ne senti scorrere forse neanche la metà. E per me vale lo stesso ancora, dopo averla vista più di una decina di volte (senza contare le volte che ne guardo pezzi nell’iPhone quando sono per strada :P). Il caso forse non è dei più complicati, ma non è quel che conta in una prima puntata. Tutto quel che attira è il carisma di Sherlock, le sue spiegazioni simil-scioglilingua, i primi approcci con il suo nuovo coinquilino John Watson, e di nuovo Sherlock, Sherlock, Sherlock! XD
Un’altra cosa che mi è piaciuta della puntata è il fatto evidente che Moffat abbia letto Uno Studio in Rosso (la puntata si intitola A Study in Pink), abbia preso le parti che gli son piaciute, e abbia con quelle poi creato la SUA storia. E mi piace come si prende un pò gioco di Conan Doyle quando, nella sua storia, l’ultimo messaggio di una donna morta, “Rache“, sia la forma incompleta per “Rachel“, e non la traduzione di “vendetta” in tedesco come nella storia originale!

Sherlock: Scopriamo chi sia Rachel.
Lestrade: Stava scrivendo Rachel?
Sherlock: No, stava scrivendo una nota piena d’ira in tedesco. Certo che stava scrivendo Rachel, non poteva essere altrimenti!

Insomma, una puntata da 10 e lode e più. Ed è giusto ricordarne anche il momento migliore! Voilà:

BRILLIANT! YES! Ah, four serial suicides, and now a note! Oh, it’s Christmas!

Quanto lo adoro… ♥ XD

La musica cambia con la seconda puntata. Caso più complicato, sì, ma più lento e con piccoli errori dispersi qua e là. Forse si potrebbe dire “troppe investigazioni, poco Sherlock”. Le scene simpatiche non mancano, come uno Sherlock che finge (secondo lui XD) espressioni da persona comune al citofono, o quando si mette a “danzare” per la banca, o quando boicotta l’appuntamento di John. Ma per il resto, una puntata un pò così così, con dei cattivi davvero deludenti (il generale Shan in primis, che era tanto pirla da aver spiato Sherlock e John per tutto l’episodio, ed esser arrivata alla brillante conclusione che John è Sherlock -.-‘).

E arriviamo all’ultima puntata (sì, gli episodi sono solo 3, appena l’ho scoperto mi è venuto un colpo. Ma si può??? >_<). Ancora non so bene come esprimermi… I primi 5/10 minuti sono fantastici, e sono nella mia top-ten dei momenti migliori della serie, ma dopo… Boh. La storia è bella e coinvolgente, ma due casi su cinque (quelli di Westie e di Connie Prince) erano elementari, e la fine, la fine… Davvero, non riesco a capire se mi sia piaciuta o meno. Forse perché Jim parla in falsetto, forse perché non mi spiego perché si sia incontrato con Sherlock se non era interessato alla memory stick… Boh boh…
Comunque in generale la puntata è migliore della seconda, e torna il regista della prima, fatto che rende la “zuffa” di Sherlock e John contro il “Golem” una scena davvero spettacolare. E poi, diciamocelo, i momenti in cui Sherlock spiega a noi comuni mortali (= Lestrade & Watson) deduzioni a cui lui è arrivato in pochi secondi, sono momenti d’oro.

Watson: Fantastic!
Sherlock: Meretricious.
Lestrade: And happy new year.

XD

E dopo aver parlato delle uniche 3 puntate che compongono la serie, piangiamo per il fatto che ci vorrà un anno prima di poter avere più Sherlock, sorridiamo per il fatto che almeno ci sarà una seconda serie, torniamo a piangere nel ricordarci il cliffhanger con cui ci lasciano nell’ultima puntata, sorridiamo perché nei titoli di coda si legge Jim e non Jim Moriarty, quindi forse il falsetto-boy non è il super cattivo (anche se questo in effetti è improbabile.. mmh..), piangiamo ancora perché ci siamo appena ricordati che domani è domenica e non ci sarà una nuova puntata, sorridiamo perché ci siamo anche ricordati che a fine Agosto escono il DVD e il Blu-ray (già ordinato :P).

Poi ci disperiamo perché comunque non potremo vedere nuove scenette con Sherlock per un anno intero.

Cosa fare per nell’attesa? Sherlock ci suggerisce una buona idea:

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