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Archive for the ‘Spettacolo’ Category

Cinecittà si mostra

La settimana scorsa ero a Roma. Qui probabilmente non ho mai avuto occasione di dirlo, ma Roma proprio non me piace, come direbbe mia mamma “non ghe’ nient da fa’”! 😛

Però, quasi a contraddirmi, a Roma sono legati ricordi meravigliosi, fra i più belli che ho: l’incontro con Wes Anderson (♥) e la mostra di Van Gogh! E questa volta non c’è stata nessuna eccezione a quella che sembra essere diventata una regola. Questa volta il mio prezioso, preziosissimo ricordo è questo: la visita a Cinecittà!

Forse non molti sapranno che fino a poco tempo fa Cinecittà non era aperta al pubblico. La prima apertura è stata il 28 aprile 2011, e doveva essere per un periodo limitato… ma le visite hanno riscosso un tale successo che si è deciso di lasciare Cinecittà perennemente aperta al pubblico! Quindi ecco che Cinecittà si mostra, e, a mio dire, in tutto il suo splendore! *_*

 

Come posso raccontare le mie sensazioni? Cinecittà si definisce la Fabbrica dei Sogni, ed io camminando attraverso i suoi percorsi, esplorando i suoi tesori, percorrendo quello stesso suolo che ha conosciuto le impronte dei più grandi sognatori di questo mondo (fra i quali anche Wes!), mi sentivo esattamente come il piccolo Nemo ricevuto alla corte del Re del Mondo dei Sogni! E, ripensandoci adesso, quella visita ha un non so che di onirico, di irreale… Come si dice? “Troppo bello per essere vero”!
Ma ho le foto! Ho il mio bollino azzurro (i visitatori dovevano attaccarselo ai vestiti)! Ho il mio biglietto! Insomma, ho le prove! Io sono stata a Cinecittà, ho camminato per le sue vie, ho visto quel che ho visto, e ho sentito quel che ho sentito! *_*

E, a proposito di sentire, c’è una persona che ha reso quest’esperienza ancora più speciale di quel che sarebbe altrimenti stata: la guida! Guida a cui avrei voluto stringere la mano mille e mille volte, guida con cui sarei rimasta a parlare tutto il giorno!!… A un certo punto si è vista affiancata da una pazza (cioè io XD), che le chiede se sapeva dove fosse il sottomarino di Steve Zissou, purtroppo lei non lo sa (Cinecittà è grande 40 ettari, neanche lo staff a quanto pare conosce tutti i suoi meandri…), ma piacerebbe anche a lei vederlo, perchè… è una fan di Wes Anderson!! Potete ora immaginare la reazione della pazza, ovviamente si è messa parlare dei film del caro Wes, e la guida era abbastanza fan da conversare altrettanto animatamente sull’argomento! *_* Comunque alla fine potevamo davvero stringerci la mano: il nostro film preferito di Wes era lo stesso, Il Treno per il Darjeeling! ♥ XD

Ma veniamo ora al lato pratico… Cosa vediamo nel tour? E quanto costa?

Prima di tutto, ci sono due possibili tour:

  1. uno in cui si possono vedere:
    • la Palazzina Fellini, che contiene un po’ la storia di Cinecittà;
    • la Palazzina Presidenziale, che è una cosa meravigliosa!! Un corridoio di filmati (letteralmente!) pieno di stanze che raccontano i “dietro le quinte” (ci sono, ad esempio, la stanza del regista, della sceneggiatura, del costume, della finzione…), e alla fine del quale c’è il sottomarino del film U 571 (se non l’avete mai sentito, be’… allora non mi sentirò più la sola! XD);
    • dopo aver visitato le due palazzine, il tour termina con un giretto per il set di Un medico in famiglia (mai visto, ma in effetti la case erano carine! XD).
  2. il secondo tipo di tour è quello più completo, infatti si può vedere tutto quello già menzionato, più i set di:
    • Gangs of New York (Oh My Gosh! Ho camminato sullo stesso suolo di Leo! XD)
    • Rome, la serie TV. Questo è forse il set più imponente… ti sembrava di essere davvero all’interno di un foro romano, incredibile! *_*
    • un set medievaleggiante, utilizzato per diversi film e sceneggiati.

Per quanto riguarda i biglietti, il primo tour costa 11,50 euro, il secondo 20 euro (per tutte le riduzione, vi rimando al sito). Ora, dato che le riduzioni ve le fanno in ogni salsa, se le inventano perfino (mia mamma non aveva diritto a nessuna, ma gliel’hanno fatta lo stesso solo perchè aveva un biglietto della metro! XD), io vi consiglio ardentemente di scegliere il secondo tour! Primo, perchè non potete andare a Cinecittà e non visitarne i set; secondo, perchè solo il giro fra i set è guidato (la prima parta la si fa da soli seguendo il percorso in rosso), e se la guida è sempre la stessa, bè, dovete conoscerla e sentirla! Ha una parlata coinvolgente e, soprattutto, oltre a spiegare e illustrare ciò che si vede, racconta un sacco di aneddoti! 😀

Per concludere, è stato un viaggio lungo solo una mattina, ma nei sogni il tempo è relativo, e adesso mi sembra di aver passato più tempo lì dentro che per le vie di Roma… È un viaggio che risveglia gli animi dei sognatori, dopotutto per loro il sogno è la vera realtà… e a Cinecittà i sogni si creano!

Se ti sei mai chiesto dove vengono creati i tuoi sogni, guardati attorno, vengono creati qui.

– dal film Hugo Cabret

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In realtà li ho scoperti tardi, ma è comunque passato qualche annetto da quando vidi la mia prima edizione… Da allora è diventato un appuntamento annuale, un appuntamento con i film, con i popcorn d’oro, ma, soprattutto, un appuntamento sicuro con il divertimento e lo spasso.

… Da qualche anno a questa parte è invece diventato un appuntamento con il “speriamo-che-quest-anno-si-ritorni-ai-fasti-di-un-tempo”.
Ed ogni volta è una delusione.
Così, dopo l’ennesima delusione di ieri, ho deciso di dedicare un post alla memoria di quelle parodie che ormai sono entrate a far parte della storia della mia vita! XD Chissà quante in realtà me ne son persa… Ma queste sono quelle che ad ogni visione (o ad ogni ricordo) mi causano sempre uno scompisciamento compulsivo! XD

Eccole, in ordine di preferenza (quindi di demenzialità! XD):

Ma ormai gli MTV Movie Awards sono diventati uno show nelle mani di ragazzine urlanti… Che tristezza… Meglio non citare i momenti spazzatura di ieri perchè sono stati troppi, TROPPI, TROPPI! (Qualcuno ha detto “troppi”? XD) Cito almeno i momenti più “carini”:

  • Emma Stone che parla dell’importanza di essere se stessi e cita fra le persone speciali di questo mondo J.D. Salinger;
  • lo spezzone demenziale dedicato all’istruttore di tiro con l’arco di Hollywood (XD);
  • la presenza di Michael Fassbender (XD)…

e… basta! XD Non mi viene in mente nient’altro di positivo!

Quindi… onore e gloria ai passati MTV Movie Awards!
E a quelli nuovi dico: voi i popcorn d’oro non ve li meritate! >_<

 

Oh I’m so sorry, I forgot to turn off the force!… My bad!

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Wow, è da molto tempo che non scrivo in questo blog, e che in generale non ci entro! Ma mentre qui l’elettrocardiogramma segnava linea piatta, nella vita vera tante volte il mio cuore ha avuto sussulti e sbalzi, e queste grazie alle molte letture e ai molti film che mi hanno accompagnato in questo mese di assenza!

Ed è proprio di film che voglio parlare quest’oggi. Come ritorno sulle scene, sceglierò il mio film del cuore fra quelli nominati quest’anno agli Oscar! Ma prima di fare ciò, permettetemi di aprire una breve parentesi per celebrare un altro vincitore: Colin Firth!

Colin è stato meraviglioso in The King’s Speech, ma l’Oscar premia tutta la sua lunga e brillante carriera. C’era un periodo in cui avevo deciso di guardare TUTTI i suoi film, anche quelli più vecchi. Era però un periodo in cui mi erano oscuri alcuni lati di internet, quindi la mia unica fonte era la videoteca, che, neanche a dirlo, era sprovvista della maggior parte. Mi ricordo che per un mese avevo aspettato Hope Springs, che era stato noleggiato, e poi quando finalmente ero riuscita ad averlo, il disco era rovinato!! T_T Un film che mi era piaciuto tantissimo era L’importanza di chiamarsi Ernesto, dall’omonima storia di Oscar Wilde: mi aveva fatto morire dal ridere! XD Ma come al solito sto uscendo dal seminario… Tutto ciò che volevo dire è che sono stata davvero felice della sua vittoria, letteralmente! XD Il lunedì dopo la cerimonia sono rimasta per tutto il giorno fra le nuvole continuando a riportare alla mente quel suo sorriso rivolto alla Bullock, e le sue parole rivolte alla moglie… Awwww…

Colin, congratulazioni! ♥

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Ed ora passiamo ai film! Poichè sarebbe una vera fatica parlare di tutti e 10 i film, facciamo una bella cosa, ad ogni film assegnerò solo un aggettivo, insieme ad un voto (non lo faccio mica per pigrizia eh! XD). Pronti? Via!

  1. Black Swan: noioso.
  2. Voto: ♦♦/5
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  3. The Fighter: non visto (e sarà difficile che lo veda).
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  5. Inception: da sogno (ok, bad joke! XD).
  6. Voto: ♦♦♦♦+/5
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  7. The Kids Are All Right: è ok (bel commento XD).
  8. Voto: ♦♦♦/5
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  9. 127 Hours: coinvolgente.
  10. Voto: ♥♥♥♥♥/5
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  11. The Social Network: cinico.
  12. Voto: ♦♦♦♦♦/5
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  13. Toy Story 3: struggente (T_T).
  14. Voto: ♥♥♥♥♥/5
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  15. True Grit: bello, ma un po’ una delusione.
  16. Voto: ♦♦♦+/5
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  17. Winter’s Bone: non visto (e questo sono SICURA che non lo vedrò mai).
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  19. The King’s Speech:  ispirante.
  20. Voto: ♥♥♥♥♥+/5
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Ok, direi che è chiara la direzione delle mie preferenze. Quest’anno erano tanti i film che mi avevano conquistata, ma solo uno è il campione del mio cuore (cit. Cinderella Man): The King’s Speech. Così come agli Oscar, questo film ha trionfato anche ai miei occhi. Ripeto, molti erano i film che mi avevano affascinato, ma là dove si assiste all’inganno, alla cinica realtà degli affari e alla fine di un’amicizia, là dove si vivono 5 giorni di lotta per la sopravvivenza, là dove dei poveri giocattoli si sentono abbandonati dal loro bambino, là dove si scava nel sogno allontanandosi dalla realtà, The King’s Speech trionfa su tutti con il suo messaggio reale e positivo: non importa quali siano gli ostacoli che ci stanno davanti, noi possiamo superarli e vincerli. Una celebrazione della vittoria sulle difficoltà che ci opprimono, un film che ti fa uscire dal cinema con la gioia nel cuore e con la convinzione che niente sia impossibile.

The King’s Speech vince, absolutely.

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Dato che stamattina mi son svegliata con la notizia che The Social Network è stato premiato ai Golden Globe come miglior film, come miglior regia, come miglior sceneggiatura e come miglior colonna sonora, e dato che è uno dei film migliori del 2010 che io abbia visto, ho pensato che fosse arrivato il momenti di parlarne un po’. XD

In realtà avevo già scritto un post dedicato a questo film, solo che non mi soddisfava, quindi l’ho lasciato a prender ragnatele. Ma ora so che qualunque cosa io dica, non sarebbe sufficiente per descrivere ciò che il film è, e ciò che il film è stato per me. Quindi dopo aver detto qualche parola, farò un semplice copia-incolla con quello che avevo già scritto. Sono limitata, sorry! XD

Anyway~ Volevo dire che adoro questo film quanto odio il fenomeno sociale di cui ci racconta la nascita…. Quindi lo amo alla follia! XD E chi meglio di uno dei protagonisti potrebbe presentarlo meglio? Ecco dunque la presentazione che ne fa Andrew Garfield (Eduardo Saverin) ai Golden Globe di ieri:

It’s been called the film that defines a generation and it’s an honour for me to be part of it. But beyond an account of the creation of the worldwide phenomenon known as Facebook is a film dealing with themes as old as story-telling itself – friendship, loyalty, trust, betrayal, power, ambition, greed, and the price of success. Inspiringly written by Aaron Sorkin and masterfully directed by David Fincher, this is The Social Network.

Ed ora, ritagliato e incollato per voi, il vecchio post! XD

Tutti quelli che ne hanno sentito parlare, sanno che il film racconta della nascita di Facebook, ma io li correggerei dicendo che parla del creatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e dell’evoluzione dei sui rapporti con le poche persone che fanno parte del suo mondo, durante la creazione del famoso social network. E questa è un grossa differenza. Dubito che il film mi avrebbe interessato se parlasse solo di Facebook: non lo sopporto e certe volte mi dà fastidio la dipendenza che crea sulle altre persone. Ma il film parla di quello strano essere che è Mark, ed allora tutto cambia.

Il film inizia quando ancora sullo schermo c’è l’immagine della Columbia, e sentiamo qualcuno dire “Lo sai che i Cinesi con il QI di un genio sono più della popolazione totale degli Stati Uniti?“. Naturalmente sta parlando il nostro Mark, e vediamo dopo un paio di secondi che è seduto in un bar a parlare con la sua ragazza. Parte dal QI dei Cinesi per arrivare a dire che ha preso il massimo dei voti ai test. Pensava che mascherare l’informazione con un lungo discorso sul QI dei Cinesi fosse una forma di modestia. Dopo fa qualche commento inopportuno sul fatto che la ragazza non ha bisogno di studiare perchè va alla Boston (lui è di Harvard, obviously), e il tutto finisce con le seguenti parole di Erica:

Ok, probabilmente diventerai un vero mago dei computer, non mi stupirebbe, ma passerai la vita a pensare che non piaci alle ragazze perchè sei un nerd, e io posso dirti dal profondo del mio cuore che non sarà per questo, non piacerai perchè sei un grande stronzo.


E questo è The Social Network. Mark, grande genio dei computer, ha l’idea del secolo, ma questo lo porterà a perdere le cose veramente importanti nella vita: l’amicizia e il rispetto delle persone che gli voglio bene, nonostante tutto. Sì, perchè dopo 5 minuti di film abbiamo già capito tutto di Mark: è un essere impulsivo, dà voce a tutti i suoi pensieri perchè crede che sia un grande onore per gli altri poterli sentire, è una persona consapevole, di sè stessa e degli altri (quando fa quel commento poco carino ad Erica riguardo alla sua istruzione, non intende essere cattivo, lo considera semplicemente un dato di fatto), ha un’ossessione maniacale per i Final Club, ed è un vero genio. Ora quello che ci resta da conoscere sono i personaggi che fanno parte del suo mondo, e il più importante fra questi è il suo migliore amico, Eduardo Saverin. Eduardo appare sin da subito come una persona buona, e realmente affezionata a Mark (e qui sta bene l’aggiungere quel “nonostante tutto”), e si vede che anche Mark gli è in qualche modo affezionato, ma non riesce realmente a dare una collocazione a questi sentimenti nella sua mente, quindi spesso lascia perdere e li manifesta nel solo modo che conosce, quello razionale. Così l’esser amico di Eduardo significa che lo può coinvolgere nei suoi progetti, e questo d’altro canto (per ottenere un’equazione perfetta) deve aiutarlo.

Così mentre assistiamo passo dopo passo alla nascita di Facebook, siamo costretti anche ad assistere alla fine di un’amicizia: da una parte il successo della realtà virtuale, che riesce a superare ogni ostacolo, dall’altra la realtà “vera” che si scontra contro i più miseri limiti umani: incomprensione ed egoismo.

E come arriviamo alla meta? La storia viene ricostruita tramite le due cause in cui è stato citato successivamente Mark: quella con Eduardo, ex amico e co-fondatore di Facebook, e quella con i fratelli Winklevoss, i quali sostengono che Mark gli abbia rubato l’idea (ma qui, neanche un mal di testa). Attraverso le testimonianze date viene ricostruita questa sorprendente storia, che ti fa dimenticare quale fenomeno sociale si stia creando, ma ti fa invece star male per ogni piccola incomprensione che c’è fra Mark ed Eduardo (perchè quando sono amici, sono fantastici), ti fa venir voglia di dare uno schiaffo a Mark ogni volta che si comporta come una marionetta nelle mani di Sean Parker (mi dicono il creatore di Napster, ma chissene tsk!), e ti fa venir voglia di uccidere Sean Parker ogni volta che apre bocca!

Alla fine, nonostante il titolo, questo film parla della vera realtà più di quanto facciano altri. I rapporti fra i personaggi sono i protagonisti, e, grazie ad un’ottima regia (stiamo parlando di David Fincher, il regista di Fight Club, e ho detto tutto) e ad un’ottima sceneggiatura, il risultato è eccellente.

Per quanto riguarda il finale, su tumblr qualcuno l’ha definito il finale “più forever alone di sempre”. Ma io non credo. I continui “refresh” sono in realtà una presa di coscienza, e capire sè stessi e gli altri, in realtà, è l’inizio di tutto.

Termino qui riportando un’altra frase di Erica, un pò marginale rispetto alla trama del film, ma che mi ha comunque colpita.

Su internet non si scrive con la matita Mark, ma con l’inchiostro.

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Per la lettura di questo post, è altamente consigliato l’ascolto del seguente brano:

Waltz Of The Snowflakes

Fra il bungee-jumping e il viaggio a Disneyland Paris, ecco che nella lista delle cose da fare nella mia vita compare “vedere Lo Schiaccianoci dal vivo“. Ora, finalmente, posso dire “CHECK!“.

Ieri sera si è realizzato il sogno di una vita, sì, perchè è un sogno di vecchissima data! Da bambina adoravo le musiche dello Schiaccianoci, ne adoravo la storia e adoravo l’effetto che aveva su di me: come se per incanto mi ritrovassi anch’io nel mondo dei balocchi e potessi danzare insieme ai giocattoli sotto l’albero di Natale!

Sicuramente tutto è nato dal cartone animato di cui avevo già parlato in un altro post, La Favola del Principe Schiaccianoci, che continuo a rivedere ogni Natale come da tradizione, però le musiche del balletto mi erano già familiari grazie a Fantasia della Disney. Chissà se qualcuno se ne ricorda, era un lungometraggio dove le musiche di grandi compositori classici venivano accompagnate ad immagini che ricreavano una storia (famosissimo è il pezzo di Topolino L’Apprendista Stregone, accompagnato dalla musica di Paul Dukas), e c’era un’intera suite dedicata alle meravigliose musiche di Tchaikowsky, anche qui sicuramente la maggior parte si ricorderà della Danza Cinese interpretata in modo simpatico da un piccolo gruppo di funghetti, o della Danza Araba ballata graziosamente da dei sensuali pesciolini. In ogni caso è chiaro che io e le musiche de Lo Schiaccianoci ci siamo fatti buona compagnia durante l’arco della mia vita, e forse ora anche il lettore può capire cosa poteva significare per me vedere il balletto dal vivo.

Ma prima di raccontare le vicende che mi hanno portato alla serata di ieri, forse è giusto parlare in breve delle storia. Nonostante il titolo sia Lo Schiaccianoci, protagonista di questo magico racconto è Marie (in alcune versioni il suo nome diventa Clara, come nel cartone sopracitato), una ragazza che sogna di diventare una ballerina. Il giorno di Natale riceve in dono dallo zio Drosselmeyer uno schiaccianoci, per il quale Marie prova subito simpatia. La notte di Natale Drosselmeyer compie una magia e tutti i giocattoli si animano per combattere, guidati dallo Schiaccianoci, contro il malvagio Re dei Topi, e Marie, prima spettatrice della battaglia, alla fine partecipa per aiutare il nostro eroe. Alla fine il Re dei Topi viene sconfitto, ma lo Schiaccianoci viene ferito mortalmente. L’unico posto in cui può aver salva la vita è il Regno dei Balocchi, quindi Drosselmyer sempre con l’aiuto della magia, li porta tutti lì, compresa la piccola Marie. Nel Regno lo Schiaccianoci non è più un semplice giocattolo, ma ne diventa il Principe, e Marie è la sua Principessa. Qui vengono accolti come regnanti e in loro onore vengono svolte varie danze di vari Paesi, a cui poi si aggiungono anche loro. Alla fine Marie apre gli occhi, cerca subito con lo sguardo il suo Principe, ma vede che è tornato ad essere uno Schiaccianoci, e capisce che era tutto un sogno… O forse no.

Oddio, scrivere la storia mi ha fatto venir voglia di rileggere il racconto! ♥ Ma ora passiamo alla serata di ieri.

La storia della realizzazione di questo sogno è iniziata a Maggio, quando, controllando il programma del Teatro Lirico, ho scoperto che a Dicembre portavano Lo Schiaccianoci (è impossibile descrivere la gioia che ho provato in quel momento!), ed è continuata a Luglio, quando sono andata a prendere i biglietti (tra l’altro erano rimasti pochissimi posti! O_O Ma quanto prima bisogna prenotare?? Fortuna che comunque erano rimasti due bellissimi posti centrali nella prima loggia! *_*). Durante l’estate a volte mi capitava di pensare a quei biglietti, e a cosa mi avrebbero permesso di vedere, ma preferivo non fantasticare troppo, volevo concentrare tutta la gioia in un sol giorno, e così è stato! Ieri mattina la sveglia non è stata quella del cellulare, ma la mia stessa mente che verso le 6 si è messa a intonare le note della Danza Cinese, come se fossi cosciente e mi fossi ricordata all’improvviso che giorno fosse. Quelle note mi hanno poi accompagnato per tutta la giornata: durante le lezioni, durante i pasti, durante la lettura de Il Tulipano Nero, e in macchina, quando finalmente ci stavamo dirigendo verso il Teatro. E lì poi è iniziata la magia.

 

Alle 20 e 30 precise inizia l’Overture, e in me si risvegliano tutti i ricordi dei Natali passati e sembra che nevichi non solo sul palco, ma anche nel mio cuore. Dopodichè questo ha iniziato a battere a ritmo delle note della musica e dei passi leggiadri dei ballerini. E alla fine, con essi si è fermato. Mi chiederò sempre perchè il Tempo è così meschino: quando deve correre va a passi di lumaca, e quando vorresti che che se la prendesse comoda, ecco che si sveglia e raggiunge la sua meta con urgenza! Così quelle due ore di balletto ai miei occhi sono durate pochi minuti, meravigliosi ed intensi certo, ma pur sempre pochi. E non è stato solo uno spettacolo per le orecchie, ma anche per gli occhi! I costumi erano bellissimi e coloratissimi, le scenografie magnifiche, e gli effetti visivi spettacolari! Come la neve che scendeva, o l’albero di Natale che si ingrandiva annunciando l’entrata in scena dei giocattoli e delle loro danze…

Ed infine è stato uno spettacolo per lo spirito. Sì, perchè ancora adesso il balsamo della magia fa da scudo alla realtà, e mentre scrivo mi sento ancora una bambina nel mondo delle fiabe, con lo stesso entusiasmo per la vita e con la stessa gioia che solo quell’età può concedere.

Il brano che, se siete stati bravi, state ascoltando, è il mio preferito del Balletto, Il Valzer dei Fiocchi di Neve. Ed ora, per concludere, vi lascio con la versione Disney di Dance of the Sugar Plum Fairy, uno dei brani più dolci di tutta l’opera.

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